La bella e la bestia

 

Produzione 2004
SCHEDA TECNICA

LA BELLA E LA BESTIA
Liberamente tratto da un testo teatrale di Michel Vittoz
inspirato all'omonima fiaba di Madame Le Prince de Beaumont

Traduzione ed adattamento: Silvano Morini

Regia e scene: Silvano Morini
Musiche originali: Alessandro Moro
Montaggio video: Santì Cangelosi
Costumi: Carla Ardizzoni e Claudia Maletta
Scenotecnica: Franco Grasselli

 

Personaggi ed interpreti: 

Bella: Chiara Incerti
Bestia: Lauro Margini
Il padre: Luca Bellei

Maude: Rina Mareggini
Blanche: Carlotta Guidetti

 

 

La scoperta della diversità
Le origini di questa storia si possono ricercare in racconti popolari antichissimi ma quanto questa fiaba sia attuale ed appartenga anche all’immaginario degli adulti, è dimostrato dalle numerose affinità tematiche condivise con molte opere letterarie e cinematografiche. La più popolare fra tutte è quella scritta nel ‘600 da Madame Le Prince de Beaumont (nel 1875, Collodi ne tradusse in italiano una versione di Charles Perreault) e in tempi moderni è stata la versione più utilizzata in varie riletture cinematografiche: da quelle horror e fantastiche (“King Kong” e “Edward mani di forbici”) a quella poetica e magica di Jean Cocteau e quella più favolistica di Disney (il film è talmente popolare da rappresentare ormai l’unico riferimento quando si parla di questa fiaba). Lo spettacolo non è la trasposizione teatrale del film di Disney, che ha riprodotto con piccole varianti la fiaba di Madame Le Prence (nel film il padre è un inventore, non compaiono le sorelle e Bella diventa una ragazza con idee molto progressiste in un paesino conformista e razzista), ma è liberamente tratto da un testo teatrale ispirato sia alla favola di Madame la Prince che al film di Cocteau. Lo svolgimento della rappresentazione non si sofferma tanto sulla descrizione o sulle motivazioni di ogni singolo avvenimento (che si intuiscono dai dialoghi dei personaggi), ma sulla parte conclusiva degli avvenimenti stessi concentrando l’attenzione sugli effetti emozionali che essi sono in grado di suscitare. Quello che più ci ha interessato di questa versione è l’attualità delle dinamiche relazionali: tra personaggio e personaggio, tra sensibilità e sensibilità, tra le più evidenti e le più celate “diversità”. In un mondo come quello attuale in cui il confronto con il “diverso” (di etnia, religione o cultura), è esercizio quotidiano, ci sembrava importante realizzare una “rappresentazione emozionale” e in qualche modo “esemplare” delle dinamiche che regolano questo confronto. La diversità spaventa quando si antepone un “pre-giudizio”, quando non si concede a se stessi e neppure agli altri l’“esercizio” dell’ascolto e della “comprensione” e quando non si riesce (o non si vuole), immaginare una “modalità di vita” differente dalla nostra . “La Bella e la Bestia” è una storia senza tempo in cui la vita di ogni singolo personaggio, oltre ad essere travolta da avvenimenti apparentemente inspiegabili, è posta inesorabilmente di fronte alle scelte elementari dell’essere o dell’apparire. Sopra di tutto emergono i due protagonisti/antagonisti: la Bestia prigioniero di un corpo abnorme che, proprio perché consapevole di questo aspetto ripugnante, si aggrappa all’unica “ancora di salvezza” che ogni “diversità” possiede: quella sensibilità e quell’umanità che se da un lato aumenta in modo lancinante il bisogno di amore, poesia e rispetto dall’altro permette di sopportare e contrastare ogni umana ipocrisia e, sovrastando ogni pregiudizio, di dare il giusto valore ad ogni elemento naturale, animale e umano dell’universo. E poi Bella, pura, istintiva, entusiasta di ogni cosa che la vita offre, che non si sofferma all’apparenza delle cose ma che ne ricerca l’essenza; e la vera essenza, la purezza originale la si coglie osservandola e “ascoltandola” con l’istinto primordiale (quella dei bambini), della curiosità e della “disponibilità alla conoscenza”. Ma la magia vera di questa storia non è tanto negli incantesimi o nei sortilegi della fiaba, ma nella dimostrazione tangibile che superato l’ostacolo del pregiudizio, della paura per la diversità, dell’egoismo (individuale e sociale), è possibile comprendere, apprezzare e anche amare chi è tanto diverso e lontano dal nostro piccolo e “misero” universo quotidiano. Da un punto di vista visivo lo spettacolo è realizzato con un allestimento che vede la presenza di elementi mobili, l’utilizzo di tecnologie multimediali (proiezioni) e in cui il commento musicale ha un importante ruolo espressivo.

 

LA TRAMA
Bella, Maude e Blanche (tre sorelle), sono in attesa del ritorno del padre (vedovo), partito per un disperato tenativo di risollevare le precarie condizioni economiche della famiglia. Prima di partire, il padre, aveva chiesto alle tre figlie cosa avessero voluto come dono: Blanche chiese del tessuto, Maude un libro e Bella una rosa “cosa c’è al mondo di più bello di una rosa?” Il viaggio non ha avuto gli esiti desiderati: il padre in totale rovina, ferito e disperato non sa come tornare dalle proprie figlie. Sulla strada del ritorno si ritrova nel giardino di un misteriso castello; ricordandosi della richiesta di Bella raccoglie una rosa di quel giardino e si addormenta. Appare un essere misterioso; è la Bestia che risvegliandolo gli propone un patto in riparazione al furto della rosa: la sua vita e un cofanetto d’oro in cambio di una delle sue figlie “quella che, quando sarà sbocciata, strigerà la rosa al suo cuore”. Il padre accetta pensando di potersi sottrarre a quel patto scellerato. Tornato a casa tenta inultimente di disfarsi della rosa; circondato dall’amore delle figlie, per spiegare quello che gli era accaduto, si inventa una stranissima storia che lo porta a chiedere loro di separarsi fino a quando non saranno maritate. Le figlie si ribellano e Bella, in un impeto improvviso, corre verso la rosa (magicamente riapparsa), e la stringe al petto. Come d’incanto, Bella si ritrova nel giardino del misterioso castello. Appare la Bestia che, minacciandola, gli racconta la vera storia del padre e come il padre stesso l’avesse barattata per salvarsi la vita. Bella non vuole credere alle sue parole ma, per timore che l’ira della Bestia si ritorcesse sul padre e sulle sorelle, accetta liberamente di rimanere al castello. La Bestia, quasi sorpreso per la decisione di Bella, gli mette a disposizione tutte le cose e i tesori del suo reame chiedendogli in cambio la possibilità di incontrarla ogni notte. I giorni passano e mentre in Bella aumenta il desiderio di rivedere la sua famiglia, la Bestia si innamora inesorabilmente di quella fanciulla perché si rende conto che oltre ad essere la prima persona a non avere paura delle sue sembianze, lo considera e lo tratta come un essere umano. Dopo lunghe insistenze la Bestia cede alle richieste di Bella e gli permette di rivedere la sua famiglia attraverso uno degli specchi del suo castello. Quello che Bella vede è una cosa terribile: il padre travolto dal rimorso è impazzito e le sorelle sovrastate dal proprio egoismo si scagliano contro il genitore. Bella turbata e disperata per quella visione si scaglia violentemente contro la Bestia accusandolo di essere la causa maligna di tutte le disgrazie che hanno colpito al sua famiglia.
La Bestia cercando di difendersi dalle quelle accuse finisce per dichiarargli tutto il suo doloroso e impossibile amore. Bella, nell’ultimo disperato tentativo di convincere la Bestia a farla tornare a casa, lo implora e lo supplica di concedergli un solo giorno per poi tornare da lui. La Bestia non riesce a contrastare quella disperazione: “No, non domani, ti lascio sette giorni, sette giorni per tornare o dimenticarmi. Va… A casa troverai un mazzo delle mie rose, è tutto quello che resta della mia vita. Ogni fiore porta un po' del mio respiro. Ricordati… non dovranno appassire…, ricordati… quando l'ultimo petalo sarà caduto, io sarò morto”. Tornata a casa, Bella si rende conto che tutto è rientrato nella normalità: il padre si è rimesso in salute e le sorelle sono felicemente fidanzate. Travolta da quella inaspettata felicità, non si rende conto che il tempo passa velocemente e il settimo giorno, oltre a strani turbamenti, Bella ha la sensazione di sentire atroci lamenti. Improvvisamente si ricorda della Bestia e del mazzo di rose; si accorge che le rose sono completamente appassite: la disperazione la travolge e inizia un’affannata corsa contro il tempo e verso...